Laboratori di formazione e avviamento ai mestieri dello spettacolo dal vivo

FARE FABER” significa collocare su un territorio – la cui storia culturale ha subito negli ultimi anni un arretramento significativo ma che porta ancora con sé i fasti di una tradizione fortemente legata allo spettacolo dal vivo; un progetto di ampio respiro rivolto ai giovani, di diverse fasce d’età, fornendo loro strumenti di conoscenza dello spettacolo dal vivo, e non solo a loro anche ai loro insegnanti, nella prospettiva di un pubblico futuro, formato e competente, e nella speranza di fornire anche elementi tecnici e professionali a chi da grande vorrà intraprendere una carriera da tecnico del teatro o da artista.

Obiettivo fondamentale sarà quello di conciliare teoria e pratica con un’attenzione particolare verso quello che riteniamo oggi assolutamente imprescindibile: la formazione nell’ambito dei mestieri dello spettacolo dal vivo, un tesoro che si sta perdendo e in cui l’Italia da sempre eccelle nel panorama mondiale.

Conciliare teoria e prassi significa radicare nello studente la consapevolezza che queste ultime si co-implicano sempre ed errato sarebbe credere che si possa imparare un mestiere senza un riferimento teorico complessivo. Questo approccio permette di far esplodere il significato profondo di “formazione” che è sempre formazione dell’essere umano, della persona nella sua totalità.

Nello specifico si è pensato di articolare il progetto in 5 laboratori di formazione e 3 seminari specialistici sui mestieri dello spettacolo dal vivo.

L’innovatività del progetto consiste soprattutto nel fatto che i laboratori e i seminari previsti si richiamano l’un l’altro in modo da fornire agli allievi non solo dei “richiami” di quanto via via appreso, ma anche il realizzare una comprensione più completa dei contenuti degli stessi grazi al fatto di vedere uno stesso argomento da diversi punti di vista.

Inoltre, l’approccio non solamente teorico ma immediatamente pratico e interattivo di ogni laboratorio e seminario facilita l’apprendimento e rafforza la socialità; il laboratorio del Prof.

Scaramuzzo che si basa sul metodo mimico di Orazio Costa applicato alla pedagogia, ha una funzione non solo di sviluppare una consapevolezza del corpo e relazionale, ma si muove su tre linee che si intersecano, quella filosofico-educativa, artistica e applicativa.

I laboratori di sound designing e di scenografia digitale sono pensati entrambi su un progetto di regia concreto ed esistente del regista Alessandro Machìa di prossima produzione sul quale sviluppare poi dei modelli di scenografia virtuale e un progetto sonoro. Quindi gli allievi si troveranno ad imparare e allo stesso tempo collaborare alla realizzazione del progetto, nel senso che ciò che imparano e sperimentano nelle sessioni pratiche saranno destinate a un lavoro di regia che si sta realmente facendo e di cui saranno partecipi. Per cui l’intero progetto che qui si propone ha una forte identità interattiva.

Stessa cosa dicesi per anche il lavoro tra danza e sonorità legate allo spettacolo Pierino e il Lupo dove attraverso l’analisi morfologica delle componenti dello spettacolo si vuole andare a costruire una coscienza critica ma allo stesso tempo anche operativa creare la coscienza critica.

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